S.M.S. L.FAVA

Questa è la nostra scuola!

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    • Viaggio a Trieste

Nuovo anno: finalmente liberi dalle mascherine !!!

Pubblicato da ducadaosta in novembre 30, 2022
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Un nuovo anno scolastico è cominciato qui alla scuola Duca D’Aosta e finalmente una bella novità: non dobbiamo più mettere le mascherine! Era ora almeno ci si vede in faccia…

E poi abbiamo anche scoperto di avere dei vicini di banco: forse c ‘è qualche chiacchiera in più , ma è decisamente meglio così.

Per cominciare bene abbiamo già cominciato ad esplorare il territorio intorno alla nostra scuola. Abbiamo fatto la tradizionale passeggiata di inizio anno lungo le mura, l’uscita alla biblioteca Civica e il giro guidato alla scoperta di Verona Rinascimentale.

Speriamo di continuare così-

Buon anno scolastico a tutti!

IL MONDO SI REGGE SUL FIATO DELLE RAGAZZE E DEI RAGAZZI CHE VANNO A SCUOLA

Pubblicato da ducadaosta in marzo 22, 2021
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In questi giorni di emergenza Covid , davanti alle scuole dell’IC 18 è stato appeso un messaggio a sostegno delle ragazze e dei ragazzi della scuola secondaria che di nuovo si trovano a fare i conti con la DAD.

La frase riportata sugli striscioni fa riferimento ad un antico detto ebraico che i nostri ragazzi hanno potuto conoscere attraverso le parole di Bruna Cases e Giordano d’Urbino in occasione della giornata della memoria. Con questo messaggio vogliamo essere vicini ai nostri studenti e alle loro famiglie chiedendo che la scuola non sia dimenticata e che ci si impegni con tutte le forze per riaprire in presenza il prima possibile.

Ultimo giorno di scuola

Pubblicato da ducadaosta in giugno 14, 2018
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Ecco, finalmente l’ultimo giorno di scuola!!!! Siamo di nuovo tutti insieme per una bella biciclettata

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Analisi del 2015

Pubblicato da ducadaosta in dicembre 31, 2015
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I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

Un “cable car” di San Francisco contiene 60 passeggeri. Questo blog è stato visto circa 1.300 volte nel 2015. Se fosse un cable car, ci vorrebbero circa 22 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Il primo giorno alla scuola media L.Fava

Pubblicato da ducadaosta in dicembre 3, 2015
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Questa estate è passata velocemente, ero un po’ triste all’idea di lasciare le mie maestre perché mi ero affezionata, ma quando cominciava ad avvicinarsi il famoso “primo giorno di scuola” ho iniziato ad essere impaziente e non vedevo l’ora di partire per quell’avventura. Il giorno prima, il 15 settembre 2015, per festeggiare, sono andata a mangiare una piadina con la mia famiglia, il pomeriggio, già cominciavo ad agitarmi ma, per fortuna, essendoci la lezione di danza, ho scaricato la mia tensione ballando. La mattina mi sono svegliata presto, molto prima del solito e senza fare fatica. Ero molto emozionata, ho fatto colazione e mi sono preparata velocemente; alle 7:40 ero già pronta! Avevo paura che ci fosse troppa confusione e che non avrei incontrato nessuno che conoscevo. Con la cartella sulle spalle sono andata verso la scuola media dove ho incontrato la mia amica Anna con il suo cagnolino. Quando è suonata la campanella ho salutato mia mamma e, insieme alle mie amiche, sono andata sotto il porticato della scuola. C’erano tutte le classi; la mia classe, I D, è stata chiamata dalla professoressa Patrizia De Nicola, insegnante di musica. La professoressa ci ha portati al secondo piano, dove c’era la nostra classe: è molto spaziosa con finestre su due lati, quindi è anche molto luminosa, i banchi erano disposti a due a due su tre file. Mi sono seduta in seconda fila assieme alla mia amica Anna . La professoressa De Nicola ci ha spiegato le regole dell’Istituto e ci ha consegnato alcuni fogli, poi abbiamo conosciuto l’insegnante di italiano e di storia Elena Sorice; l’insegnante di inglese Elisabetta Perazzolo; l’insegnante di matematica e scienze Alessandra Marchi; l’insegnante di tedesco Fiorella Campedelli e anche l’insegnante di sostegno Rosalinda Tondolo. I professori mi sono sembrati molto simpatici e, finora, anche molto gentili. Preferisco questo orario, rispetto a quello dello scorso anno, perché non ci sono rientri. Quando è terminata la scuola mia mamma mi è venuta a prendere e mi ha fatto molte domande. Tornata a casa, mia sorella mi ha preparato un buonissimo pranzo così, mentre mangiavo, le raccontavo la mia prima giornata alle scuole medie!

Rebecca Gennariprimo

SHOAH, PER NON DIMENTICARE

Pubblicato da ducadaosta in marzo 19, 2015
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Il giorno 27 febbraio 2015, siamo andati al Teatro di San Michele per assistere ad una conferenza sulla ” Shoah “.100_0651

La presentatrice, Eleonora Negrini, ha introdotto l’argomento spiegando che lo sterminio è nato dalle differenze di religione, cultura, lingua e opinioni e le vittime principali sono stati gli ebrei.

La presentatrice ha poi ceduto la parola alla dott.ssa Celana che ci ha spiegato che noi, essendo nati in un periodo di pace, non abbiamo la benchè minima idea di cosa voglia dire la parola ” guerra “.La guerra che ha provocato la Shoah è stata accesa dal fanatismo e dall’intolleranza e noi abbiamo un 100_0645dono, che è un diritto di tutti: la libertà, che è stata conquistata con la vita di molte persone e il nostro compito  è quello di di preservarla e di proteggerla. Terminato il suo discorso la dott.ssa ha passato la parola al Procuratore militare di Verona, Enrico Buditta, che ha iniziato affermando che l’Europa è stata costruita dalle guerre. La più cruenta è stata la Seconda Guerra Mondiale durante la quale furono sterminati milioni di persone, non solo ebrei, ma anche persone con tendenze sessuali e religiose diverse, persino zingari.La Shoah iniziò perchè la Germania, dopo la prima 100_0654guerra, si trovò a fronteggiare una grave crisi economica. Nel 1933, salì al potere della Germania, Adolf Hitler che affermò che alla Germania e al suo popolo serviva uno spazio vitale, quindi qualcuno doveva andarsene,e ad andarsene dovevano essere proprio gli ebrei. Il dittatore decise di dividere il mondo in due razze: la razza ariana, la più pura, che comprendeva i tedeschi e la razza impura che appunto 100_0659comprendeva gli ebrei.Per eliminarli decise di portarli in un’isola, il Madagascar, ma poi, analizzando il costo del progetto, decise che era troppo complicato e quindi optò per una morte fisica e più veloce: i campi di sterminio e di concentramento.

Le tappe antiebraiche di Adolf Hitler possono essere riassunte in questi punti:100_0663

  • Nel 1933 iniziano le esclusioni e i divieti nei confronti degli ebrei
  • Nel 1935 il Fuhrer decide di non dare la cittadinanza agli ebrei e non permette matrimoni misti
  • Tra l’8 e il 9 novembre 1938 la situazione peggiora, iniziano le costruzioni dei campi di concentramento e di sterminio, anche 100_0669in Italia.

Si pensa che l’Italia collaborò con la Germania per atto di servilismo e imitazione. Tutto ciò perchè gli ebrei furono trasformati in capro espiatorio, per esempio all’entrata dei campi veniva dato loro un numero, il loro nuovo nome, la loro identità era svanita e diventavano delle non persone, degli animali. Vi erano diversi metodi di sterminio, quelli più noti erano i seguenti: camere a gas, stanze dove veniva inserito un veleno tossico, lo Zyklon B, che provocava una morte istantanea, e i forni crematori. Poi, i meno noti, ma non per questo meno cruenti, c’erano i gruppi Einsatzgruppen, soldati tedeschi che fucilavano gli ebrei e gli oppositori politici.100_0680

Il nazi-fascismo, per fortuna non si diffuse 100_0682in tutta Europa, vi erano anche organizzazioni britanniche, che riuscivano a portare i bambini orfani ebrei nella loro patria, li curavano e poi li affidavano ad alcune famiglie che li accoglievano. Quest’organizzazione venne chiamata Kindertransport. 100_0689Il 27 gennaio furono aperti, 100_0704grazie all’intervento dell’Armata Rossa, i cancelli di Auschwitz, gli ebrei erano finalmente salvi, e ogni anno, in questo giorno viene celebrata la Giornata della Memoria, per non dimenticare ciò che è successo. Poi il Procuratore ci ha fatto riflettere sulle immagini più toccanti del film ” il bambino dal pigiama a righe “.

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Poi ha fatto alcune analogie con quello che sta succedendo ai giorni nostri,

gruppi  che seguono le orme di Hitler, uno di questi è il Boko Haram, che agisce principalmente in Nigeria.

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Questo gruppo si arroga il diritto di decidere chi vive e chi muore, obbliga le persone a convertirsi altrimenti vengono uccise, obbligano i bambini ad imbracciare un fucile e combattere e questo succede anche in Siria, Iraq e Iran. Un altro gruppo l’ISIS,  un gruppo islamico che vuole espandere la propria influenza su molti paesi in modo violento e cruento.

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Il Procuratore ha quindi concluso il suo intervento con una frase ” dall’odio, nasce soltanto il dolore, che si ritorce contro la persona che 100_0735odia, dall’amore, invece, nasce altro amore e per farlo fruttare dobbiamo soltanto donarlo.

Chiara Bertoli  100_0747

Medici senza frontiere

Pubblicato da ducadaosta in febbraio 11, 2015
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Martedì 20 gennaio le classi terze insieme alla 2^C si sono riunite in aula Magna della scuola Fava per parlare di Medici Senza Frontiere.

Una volta arrivato Giovanni (volontario di Medici senza frontiere) ha chiamato tre alunni come suoi “assistenti” mentre lui ha sistemato la bandiera e una cartina.

Sistemato tutto Giovanni si è presentato e ha spiegato il ruolo (importantissimo) di Medici senza frontiere anche attraverso un video.download

Il volontario non fa guerra, al contrario, fa la pace. Il volontario cura le persone bisognose dopo incidenti naturali come alluvioni, terremoti ecc ma anche persone che fuggono dal proprio paese perché in guerra. A tal proposito Giovanni ha mostrato una foto raffigurante una ragazza di 13 anni che fuggiva insieme alla sua famiglia dal suo paese; portava in spalle un fucile.

Una ragazza della mia età costretta a crescere in fretta, senza ricevere un libro su cui studiare ma un fucile. Situazioni del genere frequenti per lo più in Iraq, Siria, Somalia, Afghanistan, Sudan, Kurdistan e altri 70 paesi del mondo.  Medici senza frontiere intervengono procurando un posto al sicuro, una tenda, acqua potabile e l’insegnamento per l’agricoltura. Relativamente a questo ha mostrato delle foto scattate poco tempo fa in Africa.

Per diventare volontario si abbandona anche il lavoro, mettendoci cuore e anima. È importante però avere anche una laurea, in ingegneria, in medicina, l’istruzione prima di tutto. Poi sullo schermo è passata l’immagine che colpisce purtroppo in questi tempi l’Africa.

Un volontario con una tuta gialla e una valigia teneva in braccio un bambino infetto d’Ebola. Essa è una malattia che ha infettato il Congo ed è stata scoperta nel 1976. Prese il nome dal fiume scorreva vicino al paese infetto. Si trasmette per contatto e arriva dai pipistrelli della frutta. Questi mangiano i frutti, quegli stessi frutti li mangia un altro animale che a sua volta è cacciato dall’uomo.

Non esistono vaccini contro l’Ebola e i processi di guarigione sono lunghi anche se le tute da indossare sono pesanti e non puoi curare il paziente più di quattro ore.

Giovanni ha deciso però di tenere il “meglio” per la fine, quando ci ha mostrato una foto di una volontaria con in braccio un bambino; essa esprimeva tutta la sua sofferenza. Ci si affeziona molto ai bambini e vederli morire è come vedere morire il proprio figlio, e come dice Carducci in “Pianto Antico”: <<il mio amore non ti riporterà indietro>>.

Elisa Perlini

Analisi del 2014

Pubblicato da ducadaosta in gennaio 2, 2015
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I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.

Ecco un estratto:

Un “cable car” di San Francisco contiene 60 passeggeri. Questo blog è stato visto circa 1.100 volte nel 2014. Se fosse un cable car, ci vorrebbero circa 18 viaggi per trasportare altrettante persone.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Colora la tua vita

Pubblicato da ducadaosta in Maggio 30, 2014
Pubblicato in: I nostri progetti. Lascia un commento

Venerdì 30 maggio è giunta a Verona l’APE colorata, segno caratteristico dello SMILE TOUR, evento benefico partito lo scorso 8 maggio dal profondo sud d’Italia , a Capo Passero. Questo tour colorato, animato dall’Associazione ” COLORA LA TUA VITA Onlus ” ha raggiunto gli angoli e le meraviglie della nostra Italia portando gesti di solidarietà e coraggio in molti ospedali e nelle nostre scuole italiane.

In sei tappe, Palermo, Lamezia Terme, Roma, Firenze, Verona, Milano e Torino, raggiunge sei tra i maggiori centri italiani per la cura e la ricerca sulla Fibrosi Cistica, una tra le più diffuse malattie genetiche.  Questo viaggio è nato per ricordare Denise Gallesio, sorella di uno degli animatori dell’iniziativa, nonché autista dell’APE protagonista del Tour, deceduta alcuni anni fa per questa malattia.

La tappa di Verona. Ha avuto tre momenti:

nel primo incontro con i ragazzi delle scuole medie L. Fava, gli operatori si sono intrattenuti sul tema ” Colora la tua vita ” , con la premiazione di un piccolo concorso artistico. Poi i ragazzi sono stati guidati anche nel conoscere il significato della malattia della Fibrosi Cistica .

Nel secondo momento l’ape si è recata presso L’Azienda Ospedaliera di Verona, di Borgo Trento dove i volontari dello Smile Tour hanno incontrato i responsabili dell’associazione Veneta Fibrosi Cistica, con consegna di un contributo economico per sostenere il progetto di ” Telemedicina “. Con questo progetto si vuole iniziare una sperimentazione di controllo a distanza di alcuni parametri funzionali respiratori per pazienti, evitando gli spostamenti e migliorando la tempestività degli interventi nei casi di aggravamento.

Nel terzo momento vi è stata una festa con aperitivo presso il Canton Different Caffè di Affi ( VR )

Lo smile Tour è un esempio di coraggio e di lavoro di giovani che hanno cambiato la tipologia della classica raccolta fondi. Un grande gesto che ha raggiunto migliaia di cuori e famiglie, portando migliaia di sorrisi.

ape2                                              cuore

Articolo 21 della Costituzione Italiana:

Pubblicato da Davide Parezzan in marzo 31, 2014
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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure […].

Non bisogna avere paura di dire quello cheNo alla guerra... sì alla pace! si pensa per timore di quello che ti sta davanti. Bisogna invece sforzarsi di parlare e di esprimere apertamente la propria opinione. Questa cosa capita sia ad adulti, nel lavoro, che ai ragazzi nelle discussioni o nei litigi. Bisogna quindi capire i momenti in cui stare davvero zitti e i momenti in cui ne vale davvero la pena di esprimere a tutti il proprio pensiero.
Se davvero la gente capisse questa semplice cosa, io penso che si toglierebbero un sacco di problemi che a volte si tengono dentro di sé stessi e ci si sente male.
Perciò non abbiate paura della persona che vi sta di fronte, ma anzi affrontatela esprimendo il vostro giudizio. ( Questo non significa che bisogna mancargli di rispetto ).

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